Case famiglia

La nostra Associazione non poteva rimanere indifferente ad una delle emergenze che colpisce, sempre più frequentemente, le famiglie con persone con disabilità portandole a pensare al “dopo”, a cosa accadrà quando il nucleo familiare d’origine non ci sarà più.

L’UNITALSI, grazie al grande cuore dei propri volontari, ha potuto dare a queste persone una casa ed un futuro ricreando, nelle proprie strutture, un clima familiare fatto di quotidianità e soprattutto di accoglienza e attenzione. Da questa vocazione a condividere il cammino di chi è in difficoltà sono nate la Comunità socio-riabilitativa “Monsignor Frezza”, gestita dalla Fondazione Lamacchia Onlus di Barletta, e la Comunità alloggio “Cassiopea”, gestita dalla Cooperativa Cassiopea di Pisa.

Comunità “Mons. Frezza” di Barletta

La Comunità socio riabilitativa “Mons. Frezza” ospita 11 persone con disabilità senza riferimenti familiari; nella struttura tutti i locali e gli spazi sono accessibili alle persone con disabilità. Ogni camera è idonea ad accogliere due persone con disabilità. è predisposta per accogliere massimo due persone disabili. Il numero massimo di utenti presenti contemporaneamente nella struttura è fissato a 11.
Le persone che vivono nella Comunità hanno il sostegno di personale professionalmente qualificato e quello dei volontari. Gli ospiti sanno che questa è loro casa e si sentono liberi di invitare gli amici e organizzare il tempo libero a seconda dei propri interessi.
La Comunità è gestita dalla Fondazione Michele, Giuseppe, Clelia Lamacchia Onlus, istituita nel 2003 “lo strumento operativo dell’amore fraterno secondo lo spirito del Vangelo”.

La casa famiglia “Cassiopea” di Pisa

Casa Cassiopea è stata la prima casa famiglia dell’UNITALSI, una struttura di piccole dimensioni, dotata del necessario supporto assistenziale di persone e strumenti adeguati capace di offrire alle persone con disabilità che vi abitano l’opportunità di una vita integrata nel contesto sociale urbano.
Casa Cassiopea che ospita 6 persone con disabilità ha le dimensioni e le caratteristiche funzionali ed organizzative orientate al modello di vita familiare.
Anche in questo caso gli abitanti della casa vivono come un qualsiasi altro nucleo familiare insieme agli operatori che vi lavorano e ai volontari che svolgono il proprio servizio con spirito di solidarietà e di condivisione.
Casa Cassiopea dal 2013 è gestita dalla Cooperativa “Città dei Progetti 1-Cassiopea” nata dall’esperienza precedente esperienza della Cooperativa nazionale “Città dei Progetti” che dopo 10 anni con la variazione degli aspetti normativi in merito alle strutture di accoglienza ha esaurito il suo compito.

Le Cooperative UNITALSI

La crescita sul territorio delle attività sociali dell’UNITALSI ha portato alla necessità di assumere personale con specifiche caratteristiche e professionalità da impiegare presso le case famiglia UNITALSI. Questa necessità ha fatto nascere nel 2004 la cooperativa sociale di tipo A – Città dei Progetti che si è occupata specificatamente della gestione del personale operante all’interno delle case famiglia, comunità alloggio e case vacanza, centri diurni e residenziali di accoglienza e di socializzazione dell’Associazione.
La Cooperativa nazionale “Citta dei Progetti” ha svolto il suo compito per 10 anni durante i quali hanno quindi beneficiato dei suoi servizi la casa famiglia di Pisa “Cassiopea”, quella di Rieti “ Villa dei Cedri”, la comunità educativa per minori di Ascoli Piceno “ La Casa di Gigi” e per un biennio un servizio di trasporto per disabili a Giulianova.
In questi lunghi dieci anni però le problematiche emerse sono state numerose, difficili e molto onerose. Dopo un po’ di anni quello della “Citta dei Progetti”, si è rivelato uno strumento non più idoneo per i seguenti motivi:
• Normative in merito alle strutture di accoglienza differenti in ogni Regione.
• Natura diversa delle singole strutture.
• Risorse economiche gestionali differenti.
• Rispetto delle normative sulla sicurezza non uniforme.
• Rispetto delle regole nei contratti dei lavoratori non costante.
• Modalità di gestione delle risorse e dei servizi diversa.
Così ha preso corpo l’idea di mettere a punto uno Statuto di massima, per la costituzione di cooperative locali rispondente ai principi di servizio e carità propri della nostra Associazione, tra i cui soci fondatori ci fosse sempre la presenza dell’UNITALSI Nazionale.
Uno strumento dunque a disposizione per il futuro delle Sezioni, delle Sottosezioni, dei Gruppi e di qualsiasi persona di buona volontà che intendesse realizzare, nel nome e per conto dell’UNITALSI, un’opera di carità in favore degli ultimi, nella consapevolezza dell’impegno duraturo e della responsabilità gestionale che una tale iniziativa comporta.
Ogni Cooperativa che, anche in futuro, andrà a gestire analoghi progetti, dovrà poi personalizzare un Regolamento da affiancare allo Statuto fornito dall’UNITALSI.
Alla fine del 2013 si sono costituite due nuove cooperative: per Pisa la “Cassiopea Città Progetti 1” e per Ascoli la “Aquerò Città Progetti 2”che hanno sostituito la gestione precedente; i soci fondatori, oltre alla Presidenza Nazionale continuano ad essere coloro che hanno gestito effettivamente le strutture e una parte dei lavoratori che hanno transitato da una Cooperativa all’altra in modo che i primi dessero una continuità all’opera impegnandosi a passare il testimone non appena ve ne fossero le possibilità e garanzie di tenuta certe, ed i secondi affinché anche loro si assumessero la responsabilità del mantenimento del loro luogo di lavoro avendo appunto contribuito alla sua nascita.
Oggi è questa la realtà delle strutture in cui l’UNITALSI accoglie persone con difficoltà varie, siano esse disabili adulti, mamme gestanti e bambini, o minori in stato di abbandono:
1) tutte sono autorizzate al funzionamento ed accreditate secondo le normative regionali per tipologia di accoglienza;
2) per mantenere il requisito dell’autorizzazione al funzionamento tutte sono soggette periodicamente (ogni 6/12 mesi) a visite ispettive di vari Istituti come le Commissioni di vigilanza delle ASL o la Commissione di Controllo della Procura della Repubblica. Tali Commissioni verificano la corretta conservazione dei requisiti strutturali, organizzativi e professionali secondo quanto previsto dalle normative vigenti sulla materia;
3) ogni struttura è dotata di una Carta dei servizi validata dagli Enti di riferimento;
4) per la tenuta economica sono state stipulate nel tempo apposite convenzioni con gli Enti di riferimento e le risorse che ne derivano coprono le spese annue delle gestioni ordinarie;
5) ogni struttura è dotata di una Carta dei servizi validata dagli Enti di riferimento;
6) il personale dipendente che in esse vi opera è tutto in possesso dei titoli di studio previsti dalle normative e nel tempo questo personale è diventato (anche chi non lo era già prima) sempre più unitalsiano affiancando al “tempo lavoro” previsto dal contratto, numerose ore di volontariato e partecipazione alla vita associativa, compresa la partecipazione ai pellegrinaggi;
7) i volontari che svolgono il loro impegno associativo all’interno delle strutture hanno fatto percorsi di formazione ad hoc insieme agli operatori in modo da interagire con essi senza sovrapporsi a compiti e funzioni proprie dei lavoratori; la loro presenza all’interno delle Comunità diventa così quel valore aggiunto di amore e testimonianza preziosi per le persone che in quelle comunità divenute “famiglie nuove e ricostituite” vivono;
8) all’interno delle Strutture svolgono il loro servizio anche giovani del Servizio Civile Nazionale selezionati su progetti allo scopo dedicati.

La Fondazione Lamacchia onlus

La Fondazione Michele, Giuseppe, Clelia Lamacchia Onlus è stata istituita nel 2003 di concerto con Suor Maria Antonia Lamacchia, suora della Sacra Famiglia di Bordeaux, e l’UNITALSI di Barletta, per essere “lo strumento operativo dell’amore fraterno secondo lo spirito del Vangelo”.
Scopo della Fondazione è la solidarietà sociale e, in particolare, la tutela e l’accoglienza di persone in difficoltà, attraverso l’istituzione e l’organizzazione del tempo libero, il “Dopo di noi” e il “Durante noi” a favore e sostegno di persone e nuclei familiari che vivono in situazioni di disagio. La Fondazione si adopera per la creazione e la gestione di strutture. A tale proposito ha già realizzato sul territorio di Barletta la Casa-Famiglia “Mons. Frezza”, comunità socio-riabilitativa per persone disabili senza supporto familiare e la “Casa della speranza Sr. Maria Lamacchia” che si configura come gruppo appartamento per gestanti e madri con figli a carico, a carattere residenziale finalizzata al sostegno degli stessi nel percorso d’inserimento o reinserimento sociale.